It

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The Masterpiece
It, di Stephen King, è un capolavoro di narrativa horror. Lungo oltre 1000 pagine (1238, nell'edizione SKe), è un romanzo che non molla mai presa, anche se - va subito detto - in certe parti la storia sembra dilatarsi senza apparente motivo. Ma è un peccato veniale, considerato il valore e lo spessore dell'intero intreccio narrativo.
La storia è quella di sette bambini, tra i 10 e i 12 anni, che hanno fondato il c.d. Club dei Perdenti:
- Bill Denbrough, soprannominato Big Bill, è il capo dei Perdenti. E' un ragazzo mdotato di evindente carisma e forte carattere, nonostante la terribile balbuzie che lo affligge. È, inoltre, ossessionato dal senso di colpa per la morte del fratellino Georgie, della quale si sente responsabile per avergli costruito personalmente la barchetta di carta con cui il bambino giocava quando è stato ucciso da It, nella prima memorabile scena del libro e dell'omonimo film. Possiede una bicicletta, Silver, protagonista di mille scorribande e cimelio ritrovato ben oltre 25 anni dopo e che nonstante il tempo, sarà un oggetto risolutivo ed utile.
- Eddie Kaspbrak, è un ragazzino gracile ed ossessionato dalle cure di una madre iperprotettiva e terrorizzata al pensiero delle malattie e della solitudine. Per questo motivo, Eddie è cresciuto con la convinzione di essere malato di una terribile forma di asma, che in realtà è puramente psicosomatica: la medicina che sua madre e il medico hanno combinato di propinargli, infatti, non è altro che un inalatore riempito di acqua di rubinetto, con una spruzzatina di canfora "giusto per conferirgli quel particolare sapore medicinale". Pur essendo a conoscenza di questa verità, Eddie non riesce a liberarsi della dipendenza psicologica dal suo inalatore, che porta con sé ovunque vada e che diventa persino utile nella lotta contro la bestia.
- Richie Tozier, soprannominato "Boccaccia" (dagli amici) o "Quattrocchi" dai suoi persecutori, ha il terribile vizio di non riuscire a tenere a freno la lingua, nemmeno davanti ai bulli permalosi come Henry Bowers. È il giullare del gruppo, ed ha una discreta abilità nell'inventare imitazioni di stereotipi divertenti (che lui chiama "Voci").
- Ben Hanscom, soprannonimato "Covone", per la sua mole che ricorda quella di un lottatore che portava questo nomer. E' la vittima prediletta degli scherzi dei coetanei, è obeso e particolarmente inviso ad Henry Bowers per via di questioni di compiti in classe. Ama i libri e soffre in silenzio di un'irrimediabile cotta per la bella Beverly, alla quale ha anche inviato una poesia anonima.
- Mike Hanlon, è di colore e ciò lo rende una delle vittime preferite - insieme a Ben - di Henry Bowers. Suo padre è inoltre in lotta da sempre con Butch Bowers, padre di Henry, che negli anni Trenta ha, addirittura, partecipato al rogo del punto di ritrovo per i neri di Derry. E' lui - dopo la strana estate del 1958 - l'unico a restare a Derry a vigilare e vegliare, attendendo il risveglio di It per richiamare gli amici di un tempo.
- Stan Uris, è ebreo, ha una grande passione per l'ornitologia - che gli riesce anche utile contro la bestia It ed ha una mente molto razionale, al punto da essere quello che riscontra maggiori problemi ad accettare la presenza di It, che sconvolge tutte le sue convinzioni sulle leggi fisiche che governano il mondo. In età adultà, il ricordo di It e della sua irrazionale presenza lo sconvolgono al punto da giungere al gesto estremo.
- Beverly Marsh, è l'unica femmina del gruppo, è molto bella ma priva di mezzi economici. È figlia di un padre estremamente violento, che lavora come bidello alla scuola di Derry. In età a dulta sarà moglie di uomo che è un incrocio tra suo padre e Henry Bowers.
Il Club dei perdenti, nell'estate del 1958 si troverà a dover fronteggiare non solo l'oscura minaccia che uccide i bambini, un pericolo senza nome e senza forma., che battezzeranno "It", ma anche la follia sempre più crescente e pericolosa di Henry Bowers. Questi è come anticipato sopra, il bullo del romanzo. E' figlio di un padre completamente pazzo e violento, le cui percosse hanno spinto alla pazzia anche il ragazzino. Nel clou della storia, segue i Perdenti nelle fogne per ucciderli e vendicare la sconfitta subita in una battaglia a sassate, ma viene sorpreso da It e riesce a fuggire solo grazie al sacrificio dei suoi due amici più fedeli, Belch Huggins e Victor Criss). Ritornato in superficie, viene arrestato per l'omicidio del padre e confessa anche gli omicidi degli altri bambini, sebbene sia innocente di questi ultimi: questa confessione lo porta all'internamento nel manicomio criminale di Juniper Hill, dove inizia a sentire la voce della luna ed a vedere il volto di un pagliaccio sorridente ed ammiccante.
Il pericolo, cui i Perdenti devono far fronte, sembra vivere nelle fogne di Derry, cittdina del Maine, da sempre teatro - ciclicamente - di oscuri fatti di sangue e sembra assumere, più frequentemente la forma fisica di un Clown con buffi capelli ed un vestito grigio con pon-pon arancioni: Pennywise, il Clown ballerino. Ma It è anche il lebbroso, il lupo mannaro, un uccello impensabile, è sangue che scorga dalle fogne, è una foto che si anima, è voci, sospiri, palloncini che si muovono. It è tutto e nulla. E' la paura per eccellenza. La paura del buio. Dell'ignoto. Ma è anche desiderio di conoscere. Curiosità, voglia di fare. It assume una sua materialità fisica proprio grazie ai bambini che in esso credono, ma ciò che rappresenta la sua forza potrebbe essere anche il suo tallone d'Achille. Ed It lo sa. Per questo farà di tutto per uccidere i sette bambini. Farà di tutto per ucciderli nel 1958 e farà di tutto per eliminarli, definitvamente, 27 anni dopo quando al suo ritorno, i Perdenti si riuniscono per risconfiggere il male.
La forza della storia sta tutta nella potenza delle menti dei bambini che credendo riescono a compiere le loro imprese. E' altamente simbolici sono i riti che mettono in atto per cercare di sconfiggere It. Così come simbolico è il giuramento che fanno, alla fine della giornata di quell'estate del 1958, tagliandosi i palmi delle loro mani e promettendo di tornare se It si fosse di nuovo fatta viva, pur nella sottile e orribile consapevolezza che non sarebbero stati più insieme.
Ed infatti così è.
It è un romanzo che può ben essere definito una saga. Una saga che si dipana attraverso anni e anni di avvnimenti. Nel romanzo si assiste alla crescità fisica e mentale dei bambini. Alle loro prese di coscienza. Al loro maturare. E' forte, anche, la componente nostalgica. In tutte quelle situazioni - specialmente verso la fine del romanzo - in cui i personaggi hanno la consapevolezza che stanno iniziando a dimenticare e che, a breve, non ricorderanno più nulla l'uno dell'altro.
Le descrizioni offerte da King sono, come al solito, minuziose e puntuali. Consentono di immergersi nella lettura senza difficoltà alcuna. Tutti i personaggi sono ben definiti. I dialoghi sono ben strutturati, mai noiosi.
Forse il romanzo è troppo lungo, alcuni passaggi sembrano superflui, ma tuttavia va certamente detto che la lettura non è mai noiosa. Ha una suspance che cresce, che si alimenta pagina dopo pagina, che attanaglia il lettore e lo cattura.
Un libro da leggere.
Il capolavoro di King, senza dubbio come mole di pagine e complessità narrativa, un romanzo da cui è stato tratto anche un film che - tuttavia- si avvicina poco, malgrado i 278 minuti, allo spessore ed alla complessità del romanzo, che è e resta in ogni caso the masterpiece.
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Valutazione: 5 libri
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