Una Storia Semplice

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Più semplice di così

Una storia semplice
è un romanzo di Leonardo Sciascia, del novembre del 1989, pubblicato poco prima della morte del suo illustre autore. C'è chi lo vede come una sorta di testamento, un testamento non dichiarato, nascosto tra le righe della storia, ma palese, tremendamente palese nella figura della vittima del romanzo, il cavalier Roccella. «Ho trovato.» queste le sue ultime parole, prima di morire. Suicidio secondo tutti, commissario, questore e colonnello dei carabinieri. Non per un brigadiere, Antonio Lagandara, uno dei pochi personaggi ad avere un nome ed un cognome nel romanzo. L'unico ad avere uno spessore suo, a riuscire ad imprimere alla storia un ritmo incalzante, almeno sino ad un certo punto.

Sebbene l'intera storia sia raccontata in terza persona, non è difficile notare come in certi passaggi, si ha come la sensazione che si assista al romanzo con gli occhi del brigadiere. Ed attraverso i suoi occhi e ai suoi pensieri, si insinua nel lettore un dubbio, che si fa forte e insolente fino ad assumere i contorni di una triste certezza. Ed il dubbio nasce dal punto dopo la frase «Ho trovato.» Un punto pesante, grande come un macigno, un punto che può voler dire molto. E poi c'è un quadro sparito e poi riapparso, arrotolato frettolosamente. E le lettere di Pirandello che «a diciotto anni, pensava quello che avrebbe scritto fin oltre i sessanta». E quelle di Garibaldi. Lettere care al Roccella tornato al suo paese solo per il gusto di riaverle, e nella ricerca di quelle "Ha trovato." Ma trovato cosa? E' questo che alla fine caratterizza la storia intera: la ricerca. Si cerca, e si trova. Si trova ora un indiziato, un uomo con una Volvo, capitato per caso in mezzo ad "Una storia semplice" fin troppo semplice per tutti ma non per lui. E si trova un cadavere, e poi altri due alla stazione, ed il treno fermo per uno stop che non vuole più spegnersi. E si trova uno strano «odore di zuchero bruciato, di foglie di eucalipto macerate, di alcool: qualcosa di indefinibile, insomma». E si trova un interruttore, nascosto dietro una statua di Sant'Ignazio. Un interrutore cercato e trovato, ma dalla persona sbagliata, nel momento sbagliato, nel modo sbagliato. E si apre un nuovo meccanismo che arrivato alle estreme conseguenze (che qui non si vogliono volutamente rivelare per non rovinare il piacere della lettura), porterà alla soluzione più semplice, già perchè di "una storia semplice" si tratta.

E che dire del prete all'antica, Don Cricco? «Uno dei pochi preti che ancora vestono da preti», apparso così nella storia in modo troppo semplice per essere casuale. Lo stesso Don Cricco che chiede, incontrando l'uomo della Volvo appena rilasciato, "angosciosamente ilare", «Mi pare di conoscerla: lei è della mia parrocchia?». E una risposta negativa, frettolosamente data, che si dissolve con la calma derivante dalla riacquisita libertà. Che si scioglie nel fragore di una frenata per un dubbio che si fa certezza. E nella certezza dell'assurdo gioco a cui l'uomo della Volvo aveva assistito, si apre la vera conclusione della storia, con l'uomo della Volvo che "Riprese cantando la strada verso casa".


Una storia semplice e breve, dunque. Una cinquantina di pagine, in cui pur nell'evidenza della loro scomoda presenza, la Mafia e la Droga - protagoniste - non sono mai nominate. E' tutto un gioco di accenni, di indicazioni nascoste a volte, e palesi altrettante. Un gioco in cui i personaggi si muovono lungo una linea, dalla quale è pericoloso uscire. Tutti alla fine, chi, più chi meno, cercano di imprimere alla storia una svolta. Ed il brigadiere che appare eroe, finisce con il rinunciare di esserlo nella considerazione che la semplicità di una storia, di un evento fortuito, è spiegabile più facilmente della verità a volte. E l'altro quasi eroe, l'uomo della Volvo, resta tale solo per l'esiguo spazio di sette righe. Allora, sempre nella ricerca che affanna l'intero racconto, se un eroe si vuol trovare, questo è il busto di Sant'Ignazio. La sua scomoda ed ingombrante presenza, svela per un attimo la complessità della storia. Ma solo per un attimo. Perché è solo un busto, una statua.

E poi tutto si dissolve e torna alla normalità, alla semplicità, alla semplicità di una considerazione che vola dalle labbra del magistrato, che suona quasi come un rimprovero per tutto il polverone alzato: «Che cretino!». Più semplice di così...

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Scheda Libro


Editore Adelphi
Collana Piccola biblioteca Adelphi
Formato Tascabile
Pagine 66
Anno 1989
Prezzo € 7.50 (al gennaio 2008)
EAN 9788845907296
Economici. Adelphi 1989.
ISBN: 8845907295 / 88-459-0729-5
EAN: 9788845907296


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Valutazione: 5 libri

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